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CA' MARCELLO

Villa Marcello a Levada sorse all’inizio del 1500, seppure con una struttura più modesta di quella attuale, ad opera di Andrea Marcello, che fece costruire una casa di caccia poco distante da quella della famiglia Contarini (la quale oggi ha lasciato il posto alla cappella gentilizia dei Marcello). Fino al XV secolo, la zona in cui oggi si trova Ca’ Marcello era famosa sia per l’opulenza dei boschi che fornivano molta cacciagione, sia per l’estendersi di sorgenti da cui nasceva il Sile e per terre fertili dove scorrevano i fiumi Dese e Zero. Solo alcune aree erano costantemente asciutte, poiché di qualche metro sopra il livello del mare. Una di queste era proprio Levada (il cui nome sta ad indicare appunto che si trattava di una zona elevata). Per questo la zona fu scelta dai Marcello che iniziarono a bonificarla alla fine del 1400 quando la Serenissima Repubblica di Venezia, fino ad allora potenza esclusivamente marinara, si rivolse alla terraferma e scelse i territori migliori da sfruttare prima per la caccia e poi per l’agricoltura.

Verso la metà del XVI secolo furono i figli di Andrea a realizzare una più ampia dimora con lo scopo di bonificare e coltivare le zone limitrofe, costruendo una fabbrica di villa a tre piani che costituisce l’attuale corpo centrale di Ca’ Marcello. Alla fine del secolo, la famiglia possedeva oltre 4000 ettari di terreni coltivi attorno alla villa, la quale aveva in primo luogo la funzione di sede per la gestione della grande azienda agricola, di centro di raccolta e commercio della produzione rurale, nonché di ricovero per attrezzi e bestiame per lo svolgimento delle attività dei campi.

Le generazioni susseguenti proseguirono l’opera di bonifica e fecero costruire le barchesse per dare ricovero alla crescente produzione agricola.

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Mappa del 1557 in cui si nota la posizione di Levada tra i fiumi Dese e Zero


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Modifiche e ampliamento della villa

Verso la metà del XVII secolo la villa passò per linea femminile prima ai Contarini, poi ai Morosini, quindi ai Marchesi Maruzzi, una ricchissima famiglia di banchieri di origine greca, che la acquistò nel 1725. In questo periodo la villa divenne sede di villeggiatura e alta rappresentanza, adatta a soddisfare i piaceri conviviali e a manifestare l’agio dei nobili proprietari, che realizzarono tutti gli abbellimenti architettonici e artistici ancora oggi visibili e intatti.

Ad opera di questa famiglia è la costruzione dell’oratorio (1753) che, come si nota, è sormontato dalla croce greca. Appassionati d’arte, i Maruzzi rinnovarono parte della facciata anteriore della villa e commissionarono l’esecuzione degli affreschi del salone superiore a celebri pittori e decoratori come Giambattista Crosato e Giuseppe Zais, il quale eseguì i disegni per i quadri a stucco di una delle camere da letto, detta ‘dello Specchio’. All’inizio del XIX secolo la proprietà era in capo ad Alessandrina Maruzzi, ultima erede della famiglia, sposata con il Conte Sumarukoff, attendente dello Zar di Russia. In quest’epoca la villa vive nuovi e più grandiosi sfarzi e feste con l’intervento di alte personalità della società veneta e della corte di Russia. Questo stile di vita brillante e lussuoso causò larghe perdite agli averi delle coppia e, quando Sumarokoff fu definitivamente richiamato in patria, essi decisero di vendere l’intera proprietà di Levada.

Alcuni aneddoti e delle lettere firmate dal Conte, fanno intendere che la vera motivazione che li spinse a cedere la villa fu il vizio del gioco dello stesso. Infatti sembra che in una infausta notte egli si giocò e perse in una mano di carte la villa e tutte le terre circostanti, a favore del Conte ungherese Helicay. Quest’ultimo, che non intendeva abitarla, accettò di buon grado l’offerta d’acquisto avanzata dal Conte Girolamo Marcello, che risiedeva in un altro palazzo di famiglia poco distante, a Badoere.

Ca’ Marcello negli ultimi due secoli

In definitiva, la villa tornò nelle mani della famiglia Marcello con un atto del 5 Giugno 1847 in cui si legge che Girolamo pagò ad Alessandrina Maruzzi 256.000 lire austriache per l’acquisto dell’intera proprietà.

La villa di Levada fu poi assegnata per eredità al nipote di Girolamo, il Conte Ferdinando, nonno dell’attuale proprietario, che conservò con cura i mobili originali attraverso le vicissitudini delle guerre d’indipendenza e della guerra del 1915-18. Durante la prima guerra mondiale, la Villa fu sede di diversi comandi italiani di Corpo d’Armata e del Comando Supremo delle truppe inglesi in Italia. Il Re Vittorio Emanuele III vi pernottò all’epoca della battaglia del Piave, nel Giugno 1918.

Mancato il Conte Ferdinando, la villa passò ai suoi figli Conti Jacopo, Vettor e Girolamo che la riportarono allo stato originale dopo i rifacimenti di cattivo gusto effettuati nel XIX secolo.

L’attuale proprietario è il Conte Vettor Marcello, che qui risiede tutto l’anno, a cui si deve la perfetta conservazione del complesso e, nell’ultimo decennio, il ripristino e la riorganizzazione dell’intero parco.

Fanni Marcello con Sofia-Jacopo-Vettor-Girolamo-1903
La moglie del Conte Ferdinando con i figli. Immagine scattata nel 1903 lungo il viale della torre colombaia

 

 

 

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